lunedì 18 febbraio 2013

Il cassetto dei sogni.

Il cassetto dei sogni


Nel cassetto del vecchio comò
da ragazzino mi piaceva rovistare
tra vecchie carte ingiallite dal tempo
e vecchie lettere che mi facevano sognare.

Aprivo adagio le lettere di Rosa
che ancora profumavan di ciclamino
dalla scrittura bella e minuziosa
di chi col cuore parla, ad un amor lontano.

“Amato mio” così iniziavan tutte
poi scorreva un torrente di sentimenti
che portava il cuore in riva al mare
per ammirar con lui albe e tramonti.

Leggevo e rileggevo quella dolcezza
e pareva, quasi, che  mi fosse dedicata
alla fantasia di un bocciolo in fiore
avida di capire i misteri della vita.

E  sceglievo le risposte che avrei dato
per spegnere il tormento di quel cuore
come un ruscello in un campo di grano
che disseta i fiori senza far rumorre.

Le rispondevo sul quderno a righe
non ci lasceremo mai, vita mia
per firmar di rosso mi pungevo un dito
ed assicurata la spedivo via…

poi richiudevo il cassetto dei sogni
sarei tornato il giorno seguente
certo di trovare una nuova missiva
con scritto: sei sempre nella mia mente.

Ho riposto gli occhali, la penna ed i sogni
in quel vecchio cassetto tarlato dal tempo
sul comò un cero illumina una donna bruna
che triste mi chiede : e tu, quando vieni nel campo?

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venerdì 15 febbraio 2013

poi si toglie, lenta, tutto il velo...

Violetta

Nello “ stabel “  1 colmo di fieno, 
bollente e profumato, 
salivo, quando ero ragazzino, 
a cerecare parole, frasi, 
che avessero il sapore del   
 “ ti amo “.

E restavo, immobile, per ore, 
ad osservar le “ scjandole “  2 del tetto,
come il guscio di  una grande tartaruga,   
e Violetta,3 che usciva dal libretto, 
poi mi addormentavo, piano,
e sognavo amore…

Poi si toglie, lenta, tutto il velo,
e di Violetta appare il suo bel seno,  
mi sentivo Alfredo,4 innamorato, 
e mi pareva di volare, fino in cielo, 
correvo a coglier fiori, in mezzo al prato, 
ma non ricordo bene, forse era solo un sogno…

A riguardar Violetta, che si spoglia, 
salimmo, assieme, un dopo pranzo, 
con la Luciana, dal prosperoso seno.
la ragazzina della porta accanto, 
si chiuse, adagio, il fotoromanzo, 
rimase la dolcezza e l’ odor del fieno…



NOTE

1 fienile. Deposito per il foraggio , ai miei tempi era costruito tutto in legno.

2 piccole tavole in legno di larice, spaccate a mano, tipiche delle copertire dei tetti delle case agricole del tirolo.

3 Violetta, era la “ Signora delle camelie “ del celebre romanzo di Alessandro Dumas, messa poi in musica da Verdi nella Traviata.

4 Alfredo era l’ amante di Violetta.

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giovedì 14 febbraio 2013

OH VALENTINO !



OH VALENTINO

Oh! Valentino vestito di nuovo,
come le brocche dei biancospini!
Solo, ai piedini provati dal rovo
porti la pelle de' tuoi piedini;
porti le scarpe che mamma ti fece,
che non mutasti mai da quel dì,
che non costarono un picciolo: in vece
costa il vestito che ti cucì.
Costa; ché mamma già tutto ci spese
quel tintinnante salvadanaio:
ora esso è vuoto; e cantò più d'un mese
per riempirlo, tutto il pollaio.
Pensa, a gennaio, che il fuoco del ciocco
non ti bastava, tremavi, ahimè!,
e le galline cantavano, Un cocco!
ecco ecco un cocco un cocco per te!

Poi, le galline chiocciarono, e venne
marzo, e tu, magro contadinello,
restasti a mezzo, così con le penne,
ma nudi i piedi, come un uccello:
come l'uccello venuto dal mare,
che tra il ciliegio salta, e non sa
ch'oltre il beccare, il cantare, l'amare,
ci sia qualch'altra felicità

Giovanni Pascoli

E da quel vento mi lascio cullare...



Il vento

Folate di vento, freddo,
che viene dall’ est,
a violentare bianche betulle,
per portare un pensiero di malinconia.
Vento, che scompiglia lunghi capelli,
che alza una gonna di ricordi,
che diffonde un profumo di donna,
dolce, che hai già nell’ anima…
e ritornano attimi , intensi,
di mani sudate , che cercano seni,
fremente, il cuore impazzito,
per un dolce gioco d’ amore.

Il vento che viene dal mare,
è una brezza che mi scioglie i pensieri,
una lieve carezza nel cuore,
un dolce motivo di vita,
un canto di gioia, al tramonto…
E da quel vento mi lascio cullare,
finchè ancora continua il mio tempo,
perché ho ancora bisogno di amare, ,
perché soffia, di nuovo, quel vento…

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Non cercare mai più un giovane fiore...





Una rosa bianca





Un filo di vento, 
un tormento nel cuore, 
e non esiste più il tempo,  
non c’è più alcun dolore…

E’ un bianco fiore, del monte, 
che ti ha donato il destino,
una fiaba, una stella, cadente, 
che hai raccolto nel tuo giaardino.  

Acqua  fresca, pura, di fonte,  
i suoi seni, dolce tepore,  
il tuo pane , sudor della  fronte:
tutta la vita, per un sol fiore.

Giovani fiori, sbocciano, attorno,  
tenerezza di calde notti d’amore,  
sono l’alba di un nuovo giorno,  
saranno fonte di tanto sudore.

Stagioni che passano, rose nel vento,
e la bellezza del fiore, può essere breve, 
senza rimpianto, ricorda quel tempo,  
e non ti scordare quel fiocco di neve…

Verrà poi l’ autunno, dai petali bianchi, 
e una rosa, appassita, ora è il tuo amore,  
guarda, con dolcezza, i suoi occhi stanchi, 
e non cercare mai più, un giovane fiore…

Verrà l’ inverno, bianco, di neve, 
a sfiorire il tuo viso, con mano stanca,  
ad insegnarti quanto il tempo sia breve, 
a ricordare il tuo amore : una rosa bianca…

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martedì 12 febbraio 2013

Suonerò per te la canzone che ti piace tanto...

Preludio di primavera

Non aspetterò che sia primavera,
per cogliere le primule,  
per cercare nei fazzoletti bianchi,
il primo bucaneve da regalarti.
Li voglio cogliere in fretta questi fiori,  
per rubare il tempo all’ inverno,
per rompere inutili cristalli di ghiaccio
perché si sciolga la tristezza
nel tuo cuore,
per vederla gocciolare via
come da un ghiacciolo baciato dal sole.

Anima mia, bella e triste,
per te ruberò  i raggi del sole,
che filtrano come mazzi di spighe dorate,
tra i rami ancora bianchi di neve,
e li porterò da te,
perché fiorisca bello il tuo bucaneve,
assieme alle primule gialle nei tuo giardino,
e perché sia veramente primavera,
con la mia armonica suonerò per te,
la canzone che ti piace tanto,
sarà un canto di gioia, un inno alla vita,
e la sua melodia dolce e leggera,
ti scalderà il cuore,
come un nuovo amore,
perché sia sempre primavera…

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venerdì 8 febbraio 2013

Cammina da solo, in silenzio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Camminando





…E se vedi due fiori abbracciati
ascolta soltanto il loro profumo,
ascoltalo da lenti appannate,
in silenzio,
lontano, lontano.

Se davvero li ami
Lascia quel prato,
e riprendi la strada,
per non rubare spazi alla vita,
per non violentare emozioni.

Cammina da solo,
in silenzio,
e se ti prende la tristezza
lascia che i ricordi ti raggiungano
con il profumo di quei fiori
portato dal vento…

E i ricordi saranno il mio mondo
dolcezza infinita
nell’amaro di questa mia vita.

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LE MIE PICCOLE LUNE ...

PICCOLA LUNA

Un sorriso, dolce,
ancora di bimba,
che profuma d’ oriente,
che scioglie un mondo di solitudine,
che apre il mio cuore alla vita,
ancora un istante 
per setimenti sopiti dal tempo…
e sono attimi di gioia piena,
riemergono ricordi lontani,
quando il poco era nulla,
quando il nulla era tutto.
E mi basta,
mi basta guardare il sorriso
dei suoi occhi profondi,
per tornare il fanciullo di un tempo,
e ritrovare uno sprazzo di cielo sereno,
un ritaglio di pace nel cuore.
Che Allah ti protegga,
Amica d’ oriente,
dal grande cuore
e dalla infinita fede,
dolce, come una piccola luna,
fresca come l’ acqua delle oasi
della tua terra lontana…

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mercoledì 6 febbraio 2013

Preludio di primaavera

Preludio di primavera




Non aspetterò che sia primavera,
per cogliere le primule,  
per cercare nei fazzoletti bianchi,
il primo bucaneve da regalarti.
Li voglio cogliere in fretta questi fiori,  
per rubare il tempo all’ inverno,
per rompere inutili cristalli di ghiaccio
perché si sciolga la tristezza
nel tuo cuore,
per vederla gocciolare via
come da un ghiacciolo baciato dal sole.

Anima mia, bella e triste,
per te ruberò  i raggi del sole,
che filtrano come mazzi di spighe dorate,
tra i rami ancora bianchi di neve,
e li porterò da te,
perché fiorisca bello il tuo bucaneve,
assieme alle primule gialle nei tuo giardino,
e perché sia veramente primavera,
con la mia armonica suonerò per te,
la canzone che ti piace tanto,
sarà un canto di gioia, un inno alla vita,
e la sua melodia dolce e leggera,
ti scalderà il cuore,
come un nuovo amore,
perché sia sempre primavera…

Tutti i diritti riservati

martedì 5 febbraio 2013

La bambola di pezza di Cristina Hueller

LA BAMBOLA DI PEZZA

Di Cristina Hueller

Cara Ceistina, ho appena finito di ascoltare il tuo bel romanzo, LA BAMBOLA DI PEZZA scritto con uno stile scorrevole e brioso, con un realismo ed una forma di comunicazione che tiene il lettore con il fiato sospeso fino all’ ultimo. Ambientato nel contesto torbido della tratte delle donne avviate alla prostituzione,  dove la donna viene degradata ad oggetto,   privata della sua dignità  e venduta sul mercato  del piacere . Nonostante  questo quadro di coercizione e sfruttamento, non riesce a spegnere la volontà di ribellione delle donne.
LA BAMBOLA DI PEZZA un bel romanzo di Cristina Heller che consiglio a tutti di leggere.

COMPLIMENTI CRISTINA !

domenica 3 febbraio 2013

COSI' L' AMORE

Così l’ amore





Restavo a vederti spogliare
alla luce opaca della luna
nelle sere di maggio,
con la dolcezza di un fiore
che lascia i suoi colori più vivi
alla brezza.

E il cuore come stordito
seguiva quei petali volare via,
come battiti d’ ali portati dal vento  
mentre voleva uscire dal petto   
per fermare quel tempo…

il tempo si fermava per attimi,
che avevano il gusto dell’ eternità,
per raccogliere quei fiori scoperti,   
dai petali rossi baciati dal vento
in una sera di araba luna…

il cuore impazziva a cercare quel fiore
che coglie in un campo di pura dolcezza,
s’ è fermato il tempo,
non soffia più il vento…
son due aanime vive, che fanno l’ amore.

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sabato 2 febbraio 2013

La sofferenza è come il pane nero.

Pane nero




Ho quasi finito il tuo pane nero,
dall’ amaro sapore del tuo mondo,
della tua vita narrata a brandelli,
dosata come pioggia sottile,
per fare spazio a nuove tristezze,
soffocate con quindici gocce…
Ridammi ancora quel pane nero,
Amica fragile che mi manchi tanto,
raccontami ancora del pane nero,
che hai mangiato vivendo,
e lo potemmo spezzare in due
e lo mangeremo insieme
per dividere le pene della vita…
per cercare orizzonti nuovi
dove poter sognare ancora,
insieme,
perché i sogni  più belli,
i sogni più grandi,
si fanno in due,
anche sgranocchiando
del pane nero…

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